Meno spazio per redditometro e indagini finanziarie, da usare solo se strettamente necessari. E sempre più lettere preventive: a ottobre ne partirà un altro stock, legato all’operazione 730, che dovrebbe avere le stesse dimensioni dell’invio dello scorso anno, quando vennero spedite 220mila lettere. Il tutto per arrivare a un fisco meno invasivo e più orientato alla compliance. Anche con questo mandato, del resto, Rossella Orlandi ha assunto poco più di due anni fa il non certo facile incarico di direttore dell’agenzia delle Entrate. La scommessa che sta cercando di vincere è quella di far ricredere sia l’Ocse sia il Fondo monetario internazionale sul fatto che l’Italia è un Paese con alta evasione e bassa compliance. Come dire: in Italia nessuno ama pagare le tasse. Alleati preziosi nell’operazione compliance, la tecnologia e il passaggio a un fisco sempre più digitale. Lo testimoniano la dichiarazione precompilata, la fatturazione elettronica B2B ormai prossima alla piena operatività e il passaggio da una lotta all’evasione fondata su spesometri, redditometro e indagini bancarie a verifiche basate su lettere di compliance e contradditorio, reverse charge e split payment.
Fonte: Il Sole 24 Ore