Si avvicina la fine dell’anno, e con essa il termine ultimo per la stampa dei libri contabili per i soggetti con esercizio coincidente all’anno solare.
La normativa vigente prevede che i libri contabili tenuti con sistemi meccanografici siano stampati entro tre mesi dal termine di presentazione della dichiarazione dei redditi annuale. Quindi, per l’esercizio 2015, il termine di riferimento è il 30 settembre; pertanto la stampa dei libri 2015 dovrà avvenire entro e non oltre il 30 dicembre 2016.
Vediamo concretamente quali libri devono essere stampati, e quali le particolarità di ciascuno, ricordando che la bollatura preventiva è stata abolita ormai da anni, e di conseguenza la stampa avverrà su carta ‘libera’.
I registri Iva devono essere stampati numerando progressivamente le pagine, con indicazione dell’anno di riferimento. Avremo quindi per il registro IVA acquisti le pagine 1/2015, 2/2015 e così via, ed allo stesso modo si procederà per i registri Iva vendite, Corrispettivi ed eventuali Registri Riepilogativi nel caso in cui si siano attivati i sezionali, a seguito di numerazioni distinte di serie di fatture. I registri Iva saranno stampati senza alcun bisogno, come si è detto, di vidimazione preventiva, e non sono soggetti ad imposta di bollo.
Il libro giornale ed il libro inventari seguono regole simili ai registri IVA: stampa su carta bianca e numerazione progressiva delle pagine, seguita dall’anno di riferimento, ma a differenza dei registri IVA sono soggetti a imposta di bollo. Interviene a questo punto una differenza tra società di persone e ditte individuali in contabilità ordinaria, da una parte, e società di capitali dall’altra. Le società di capitali, infatti, indipendentemente dalla corposità dei libri che andranno a stampare, sono soggette al versamento di un’imposta fissa a titolo di tassa sulle concessioni governative, pari ad euro 309,87 (per le società con capitale non superiore a € 516.456,89) e pari ad euro 516,46 per le altre società con capitale superiore alla soglia indicata. Tale tassa viene versata ogni anno, entro il 16 marzo, a mezzo F24, con codice tributo 7085.
A fronte di tale versamento le società di capitale si giovano di una minore imposizione quanto ad imposta di bollo sulle pagine utilizzate per la stampa del libro giornale e del libro inventari. Le stesse, infatti, sono tenute ad apporre una marca da bollo (attualmente pari a 16 euro) ogni 100 pagine o frazioni di 100 utilizzate. Viceversa le società di persone e le ditte individuali in contabilità ordinaria, non sono tenute al versamento annuale della tassa di concessione governativa in misura fissa, ma dovranno raddoppiare le marche da bollo: euro 32,00 ogni 100 pagine o frazione.
Per tutti vale il medesimo criterio quanto all’apposizione: l’imposta di bollo dovrà essere assolta prima di porre in uso il registro, il che significa che le marche da bollo dovranno essere applicate ed annullate prima di utilizzare la prima pagina di ciascun blocco di 100 pagine. In alternativa si ricorda che il versamento di quanto dovuto a titolo di imposta di bollo potrà essere assolto mediante versamento con modello F24.
Al fine di semplificare la verifica di quando sia necessario assolvere nuovamente l’imposta di bollo taluni affiancano alla numerazione (obbligatoria) delle pagine/anno anche una seconda numerazione (facoltativa), che tiene conto dei fogli utilizzati in rapporto all’imposta di bollo scontata. Un esempio potrà chiarire: si supponga di apporre, per una SRL, tre marche da bollo; ciò significa che si è adempiuto all’obbligazione tributaria per 300 fogli. Supponiamo ora di porre in uso il libro con le scritture del 2015, che occupano 110 fogli in tutto. Avremmo la seguente situazione: pagina 1/2015, foglio 1 di 300 e così via, fino alla pagina 110/2015, foglio 110 di 300. L’anno successivo la numerazione riprenderà quanto alle pagine, ma proseguirà quanto ai fogli: pagina 1/2016, foglio 111 di 300, e così via, fino ad avere uno ‘stop’ al foglio 300 di 300, avendo così agevolmente memoria che è giunto il tempo di apporre nuove marche da bollo.
Per concludere, sempre entro il 30 dicembre, se la contabilità è tenuta con strumenti meccanografici, si procederà alla stampa del libro cespiti (o beni ammortizzabili). Anche per quanto riguarda questo libro si procederà alla numerazione progressiva delle pagine / anno, e nulla sarà dovuto quanto imposta di bollo. Unica particolarità di questo libro è il fatto che lo stesso deve essere ‘aggiornato’ entro il termine della presentazione della dichiarazione dei redditi, ovvero, nel nostro caso, entro il 30 settembre scorso. Ciò significa che il cartaceo del registro meccanografico potrà essere stampato entro il 30 dicembre, ma nel termine intercorrente tra il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi (30 settembre) ed il termine ultimo per la stampa (30 dicembre) il contribuente risulterà in regola se, in caso di verifica, sarà in grado di dimostrare che i dati contabili erano comunque aggiornati e stampabili immediatamente, a semplice richiesta dell’organo verificatore.
La tenuta del libro cespiti può essere evitata laddove si proceda ad annotare le relative scritture sul libro inventari (per i soggetti in contabilità ordinaria) o sul libro Iva Acquisti (per i contribuenti in contabilità semplificata).
I libri contabili, tutti, sono soggetti ad un periodo di conservazione minimo di dieci anni, e debbono essere tenuti ordinatamente, senza cancellazioni o abrasioni. Nel caso in cui si renda necessario procedere ad una correzione valgono le regole generali: il dato errato potrà essere cancellato, ma dovrà risultare comunque leggibile, e in prossimità del dato da correggere si procederà ad appuntare il dato corretto.
Fonte: Fiscalfocus